Il
Pan di Zucchero è una secca distante una trentina di metri dalla parete.
Il grande roccione tocca i -43 mt nel lato più profondo e ha la sommità
a -24 mt. La sua caratteristica è quella di essere attraversato da un
tunnel parallelo alla linea di costa, con il soffitto ad angolo acuto.
Suggestiva la sua vista in controluce. Al centro, uno strettissimo
passaggio impercorribile sbuca alla sommità. Un tempo era il regno dei
ricci melone Echinus melo ma da qualche anno il loro incontro è
meno frequente. Si attraversa il tunnel lentamente curiosando qua e là.
All'uscita si può circumnavigare la base verso il largo oppure ritornare
verso la parete, in prossimità di alcune profonde sorgenti idrotermali.
Dopo qualche metro si apre un grottone dal fondo fangoso e dalle pareti
ricche di vita. Qui troviamo ciò che ho chiamato "cimitero delle
pinne" in quanto le grosse valve di questi molluschi Pinna nobilis,
perpendicolari al fondo, ricordano i vecchi e abbandonati cimiteri di
campagna. Bisogna
essere accorti nell'assetto e senza muovere le pinne (sia le nostre sia le
altre),
ci possiamo affacciare. La visita del grottone è fattibile se autonomia e
tempi lo consentono oppure variando il programma iniziale. Lungo la parete
esterna, in direzione nord troviamo una zona con numerose marmitte dei
giganti che abbiamo incontrato anche all'esterno della Grotta Azzurra.
Possiamo terminare l'immersione alla grotta di Zi Anna. Una serie di
coreografici passaggi comunicanti ci fa sbucare nell'atrio della cavità
dove con mare calmo è possibile effettuare la tappa di decompressione.
Emergendo nella parte più interna si possono ammirare alcuni speleotemi
caratteristici per poi pinneggiare in superficie verso l'uscita.
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